Lost in translation, i biscotti linguistici e i poteri del web

Un pomeriggio trovo Nina alle prese con un libro di Harry Potter. Che sia chiaro: in questa famiglia è il libro letto e riletto, l’audiolibro ascoltato diverse volte e il film visto e stravisto in più lingue nel corso degli ultimi anni. Questa volta però c’è qualcosa che, evidentemente, non va.

Biscotti pietrosi dal libro di Harry Potter

— Ma che cavolo è questa robaccia che ha offerto Hagrid? Un pezzo alla griglia? Ma perchè un pezzo grigliato? Guarda, i dizionari e Google translator mi propongono questa traduzione. Che poi c’è un’altra parola con lo stesso significato «pezzo» ed è diversa.

App Google translator ha alcuni opzioni comodi per una traduzione veloce approssimativa: riesce a tradurre il testo fotografato con uno smartphone/tablet. e rilevato dal software del programma. Utilissimo, per esempio, nei viaggi all’estero. 🙂 Anche se il risultato è da prendere con le pinze. E passare da grill a barbecue — è un attimo. Ma da una multa in un parcheggio aperto e, sembrerebbe, libero ma con un cartello scritto nella lingua locale vi salverà. 🙂

— Mah… guarda non so che dirti. Hai provato quell’altro dizionario?

— Sì, stessa risposta. Che poi, nel libro russo Hagrid aveva dato un BISCOTTO, era un biscotto pietroso, DURO.

— E in quello italiano?

— «Un altro biscotto».

— Ok, abbiamo questo libro anche in inglese, controlliamo che cosa ha scritto esattamente l’autrice del libro.Tiriamo fuori il libro e troviamo la frase incriminata. Rock cake. Piccole frivolezze delle traduzioni dall’inglese ma cmq rende l’idea. Quel biscotto dev’essere davvero duro per aver meritato questo nome.

— Non lo so. Scrivi alla tua insegnante di lingua e chiedila di spiegare sta storia. Magari sarà anche appartenente al tema «sinonimi» che state facendo adesso.

Il giorno dopo arriva finalmente una risposta, più attesa che mai. L’insegnante spiega che in questo caso si tratta non di un pezzo ma piuttosto di un grumo (cioè una massa dalla forma irregolare) caramellato (cioè come lo zucchero sciolto, sostiene l’insegnante). Che pur sempre non c’entra nulla con i biscotti con cui Nina ormai non vuole separarsi. E solo Google timidamente alza la mano e dice: «Stavate parlando del grumo caramellato, (traduzione automatica in italiano dalla lingua in cui stiamo facendo delle ricerche — E.D.) quello di Hagrid? Ma sapete… ci sono un paio di articoli dei fan di Potter che parlano proprio di questo piatto, c’è pure la ricetta…»

Un dolce esistente? O una fantasia?

— Ok, Google. Che cosa ne sai di Rock cake?

— «A rock cake, also called a rock bun, is a small cake with a rough surface resembling a rock. They were promoted by the Ministry of Food during the Second World War since they require fewer eggs and less sugar than ordinary cakes, an important savings in a time of strict rationing. Traditional recipes bulked them with oatmeal, which was more readily available than white flour.» © Wikipedia (link, lì potete trovare anche la ricetta dei moderni biscotti pietrosi, in inglese).

Eureka! A questo punto ci si cerca nel libro delle ricette di Harry Potter che in tutto questo tempo non si è dignato a partecipare nelle nostre ricerche linguistico-culinarie e si scopre un’altra versione di questo dolce, questa volta con l’uvetta che si chiama “Biscotti pietrosi“.

— Eva, grazie… Però continuo a non capire che cosa c’entra quel coso caramellato con i biscotti dell’epoca Vittoriana. Sono i biscotti — in tutte le traduzioni tranne qua.

Nella libreria di Nina c’è un ripiano dedicato al Potter. In questo momento ci sono i libri in 4 lingue. Questo ci ha permesso di confrontare il lavoro dei traduttori fra di loro e con il testo originale.

— Prima! 🙂 — Risponde l’insegnante in modo laconico e non aggiunge altro.

— Ma questi traduttori li odio! Quando sarò grande, farò la mia traduzione, troverò quelli e dirò a loro: «Tutti gli esemplari del libro tradotto da voi vanno ritirati e bruciati in piazza!»

Poi gira i tacchi e va in cucina a fare questi benedetti biscotti. Che poi non sono affatto pietrosi. Probabilmente davvero Hagrid li aveva cucinato troppo e aveva lasciato a prendere l’aria per una settimana, come aveva commentato l’autore del libro delle ricette di Harry Potter… ))))

I «biscotti pietrosi» di mia figlia sono dal cuore tenero. 🙂

Ricetta dei biscotti pietrosi dal «Libro culinario di Harry Potter» (Dina Bucholz):

2 bicchieri (una misura russa che varia da 200 a 250 ml di volume seconto quanto prescrive la ricetta — un bicchiere pieno oppure «fino alla riga») di farina;
0,5 bicchiere di zucchero;
1 cucchiaino di lievito per dolci;
0,5 cucchiaino di cannella;
0,25 cucchiaino di sale;
110 grammi di burro freddo tagliato a pezzettini;
1 uovo grande;
1/3 di bicchiere di latte intero;
1 bicchiere di uva.
(noi non avevamo in casa le uova grandi così abbiamo diminuito la quantità degli ingridienti)

1. Prescaldare il forno (a 180 °C). Imburrate la carta da forno e spargetene leggermente sopra la farina. In una grande ciotola mescolate la farina con lo zucchero, lievito e cannella. Triturate con le dita il burro assieme alla miscella di farina finchè non avrà la consistenza della sabbia bagnata.

2. Sbattete l’uovo con il latte, aggiungetelo all’impasto e con aiuto di un cucchiaio di legno preparate un impasto molto compatto. Poi incorporate l’uva. Con aiuto di un cucchiaio mettete i pezzi dell’impasto sulla carta da forno a distanza circa 4 centimetri uno dall’altro. Sono 12 biscotti in totale.

3. Infornate per 25 minuti oppure finchè la parte inferiore dei biscotti non diventa dorata. A metà cottura girate la teglia a 180 gradi.

«Libro culinario di Harry Potter» è acquistabile in lingua russa (link).

Update: Questo libro è stato tradotto anche in italiano e con nome «In cucina con Harry Potter» è acquistabile on-line, per esempio sul sito di Amazon. Qui il link.

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